FRAGILE

Ho iniziato ad approcciarmi al mondo dei padri separati quando, in collaborazione con la Caritas locale stavo realizzando un progetto fotografico sui nuovi poveri, persone che dall'oggi al domani si sono ritrovate senza lavoro e sono state costrette a chiedere aiuto, senza perdere la dignità hanno accettato di consumare il pasto caldo giornaliero all'interno delle mense dei poveri e a fare la fila per prendere le borse con la spesa.
Lì, ho scoperto che più della metà dei nuovi poveri era costituito da padri separati, alcuni di loro sono tornati a vivere con i genitori, altri in piccoli monolocali, hanno visto lo stipendio diminuire di due terzi, diviso tra alimenti e affitto.
La solitudine insieme alla precarietà economica ha leso la loro forza, il loro ruolo di padre, li ha resi incredibilmente fragili.
Mi sono reso conto che la cosa che più gravava sulle spalle di queste persone era la mancanza di un continuo affettivo con i propri figli, vederli a ore prestabilite era un palliativo.
Così ho deciso di incontrarli singolarmente, avevo in testa un progetto, sarei stato presente nel momento in cui incontravano i loro figli in cerca del sorriso che solo l'amore può generare, per poi trovarli nella loro quotidianità, da soli.
Così è nato “ fragile “ un lavoro difficile, molto impegantivo, un lavoro rimasto in stallo due anni, trovare dei padri disposti ad esporsi pubblicamente rendeva tutto complicato, avevano paura che, se le ex mogli avessero saputo della loro condizione, gli avrebbero tolto anche quel poco di tempo che avevano a dispoizione con i figli, così per mesi ho ascoltato storie, tutte rimaste senza volto.
Negli scatti i minori non sono mai resi riconoscibili, non è giusto far pesare su di loro le scelte degli adulti.